Socrate, considerato un sofista, dimostra interesse per l'umanità e nella comunicazione si focalizza sui valori interni degli individui e sulla ricerca della verità. Si trova in una posizione intermedia tra il relativismo sofista e l'ostilità aristocratica verso di loro, che erode le antiche certezze.
Nelle Nuvole di Aristofane, Socrate è ritratto come il filosofo per eccellenza, collegando il pensiero alla vita e viceversa. Viene definito strano e incline a ricerche apparentemente inutili, anticipando in qualche modo la sua liberazione con il processo del 399 a.C., dove il suo pensatoio viene bruciato.
Nonostante il filosofo ateniese non abbia mai scritto, poiché credeva nel contatto diretto con i suoi discepoli, tra cui Platone, il suo interprete più affidabile, nei dialoghi socratici è raffigurato come una figura straordinaria. In Metafisica di Aristotele, è definito il "scopritore del concetto" e teorico della "virtù come scienza". Pur avendo un aspetto fisico poco attraente, la sua vita è dedicata all'educazione e alla riflessione, con uno spirito nobile e coraggioso che sfida il pericolo, come evidenziato nel processo di Atene, dove non si oppone alle leggi cittadine.

Il giudizio e la sentenza: Nel 399 a.C., Socrate fu incolpato di influenzare negativamente i giovani e di non rispettare gli dèi della polis, inventandone di nuovi, in contrasto con la tolleranza ateniese per varie religioni. La complicata situazione politica di Atene, con una democrazia instabile e priva di valori dopo il periodo di tirannia, rendeva i filosofi responsabili della sua instabilità.
Il passaggio alla coerenza spirituale: La morte di Socrate simboleggia la sua profonda spiritualità, basata sulla rigidità morale e sul perfezionamento interiore. Dopo il processo, dimostrò serenità nell'attesa del mese che lo separava dalla condanna, rifiutando le opportunità di fuga offerte dai discepoli. Questo segnò la fine di una vita dedicata alla ricerca.
Un'esistenza consacrata alla ricerca: Il pensatore ateniese iniziò il suo percorso spirituale, come riferito da Platone nell'Apologia di Socrate, quando l'oracolo di Delfi lo proclamò l'uomo più saggio. Intraprese la ricerca di individui altamente saggi, che si limitassero alle nozioni del loro campo. Socrate, considerato il più saggio perché consapevole della propria ignoranza, si impegnò a scuotere lo spirito apatico degli uomini, destabilizzando credenze consolidate e tradizioni religiose.
La necessaria definizione dei concetti: Per destabilizzare i suoi interlocutori, Socrate poneva semplici domande come "cosa è questo?" o "perché questo?" ai saggi e ai maestri. Questo rivelò l'insipienza dei presunti sapienti e sottolineò la necessità di definire chiaramente gli argomenti, stabilendo così un accordo linguistico e concettuale tra gli interlocutori.
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