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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

PLATONE anima, amore e virtù

Il dilemma dell'essenza della vita viene discusso inizialmente nel Gorgia, dove il filosofo, mettendo in discussione il sofista Callicle che promuove una morale basata sul piacere materiale e sulla forza del più forte, afferma che la sola esistenza degna di essere vissuta è quella basata sul bene e sulla virtù. Come già affermato da Socrate, l'obiettivo autentico dell'essere umano è la cura dell'anima; un'esistenza incentrata sul corpo e sui beni materiali è priva di valore.  Qual è la natura dell'anima? Per Socrate, l'anima era la vita interiore, e il "trattamento" dell'anima consisteva nella ricerca filosofica. Per Platone, che fonde le dottrine orfiche e pitagoriche con il razionalismo socratico, l'anima è un principio spirituale, una sostanza semplice e non fisica, simile alle idee e quindi immortale, intrappolata in un corpo da cui deve purificarsi gradualmente attraverso la conoscenza.  L'immortalità dell'anima è per Platone u

PLATONE LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA

  LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA  La conoscenza come ricordo Platone nel Menone utilizza una storia mitologica per illustrare la sua idea che l'anima umana possieda conoscenze innate che vengono ricordate attraverso la riflessione e la dialettica. Secondo il mito, prima della nascita, l'anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto. Tuttavia, al momento dell'incarnazione nel corpo, l'anima dimentica quanto aveva appreso e cade nell'oblio. Attraverso la guida appropriata, l'anima può ricordare e ritornare gradualmente alla sapienza che possedeva prima dell'incarnazione. Platone sostiene che l'anima può conoscere le idee perché condivide la loro stessa natura e le ha contemplate in una fase precedente all'incarnazione.  Quindi, ciò che comunemente chiamiamo "conoscenza" è in realtà un "ricordo" o "anamnesi" delle idee con cui l'anima era già in contatto. L'esperienza se

PLATONE

  Nato da una delle famiglie più influenti di Atene, il giovane Platone era destinato a una carriera politica e amministrativa, ma la sua ambizione fu soppressa dalla profonda delusione causata dall'ingiustizia e dalla corruzione presenti nei vari regimi che si succedettero al potere della città: - il governo brutale dei Trenta tiranni, dopo la sconfitta di Atene nella Guerra del Peloponneso; - la democrazia restaurata, macchiata a sua volta da azioni ingiuste. La condanna a morte di Socrate non solo segnò la fine di ogni speranza di giustizia, ma anche alimentò in Platone la volontà di promuovere una rinascita spirituale attraverso la riflessione filosofica per guidare la società verso il bene. Per Platone, l'ingiustizia rappresenta la separazione tra politica e saggezza. Nella società, le tendenze relativistiche e scettiche diffuse dai sofisti si diffondono sempre di più, sostenendo che non esista una verità o una morale assoluta e che la forza delle argomentazioni risieda ne

SOCRATE

LA CULTURA DEL DIALOGO Socrate e la cultura del dialogo In un periodo di incertezza, la sofistica (con il suo relativismo) erose definitivamente le antiche certezze. Ciò portò a un diffuso malcontento tra le classi conservatrici, che iniziarono a guardare con ostilità non solo ai sofisti, ma anche ai filosofi in generale. In questo clima complicato vive e lavora Socrate, il quale da un lato si propone di contrastare le posizioni relativiste della sofistica, dall'altro deve sopportare l'ostilità delle classi conservatrici.  Socrate nacque ad Atene nel 469 a.C. e nella commedia Le nuvole di Aristofane è rappresentato come un personaggio strano, dedito a inutili ricerche di carattere naturalistico, che filosofeggia similmente ai sofisti e crea concetti astratti nella sua scuola, "il pensatoio". Alla fine della commedia, un cliente deluso, poiché non ha appreso da Socrate né nuove conoscenze né una nuova arte, incendia il pensatoio (metafora del fatto che si libera dei fi