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PLATONE anima, amore e virtù

Il dilemma dell'essenza della vita viene discusso inizialmente nel Gorgia, dove il filosofo, mettendo in discussione il sofista Callicle che promuove una morale basata sul piacere materiale e sulla forza del più forte, afferma che la sola esistenza degna di essere vissuta è quella basata sul bene e sulla virtù. Come già affermato da Socrate, l'obiettivo autentico dell'essere umano è la cura dell'anima; un'esistenza incentrata sul corpo e sui beni materiali è priva di valore.  Qual è la natura dell'anima? Per Socrate, l'anima era la vita interiore, e il "trattamento" dell'anima consisteva nella ricerca filosofica. Per Platone, che fonde le dottrine orfiche e pitagoriche con il razionalismo socratico, l'anima è un principio spirituale, una sostanza semplice e non fisica, simile alle idee e quindi immortale, intrappolata in un corpo da cui deve purificarsi gradualmente attraverso la conoscenza.  L'immortalità dell'anima è per Platone u
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PLATONE LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA

  LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA  La conoscenza come ricordo Platone nel Menone utilizza una storia mitologica per illustrare la sua idea che l'anima umana possieda conoscenze innate che vengono ricordate attraverso la riflessione e la dialettica. Secondo il mito, prima della nascita, l'anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto. Tuttavia, al momento dell'incarnazione nel corpo, l'anima dimentica quanto aveva appreso e cade nell'oblio. Attraverso la guida appropriata, l'anima può ricordare e ritornare gradualmente alla sapienza che possedeva prima dell'incarnazione. Platone sostiene che l'anima può conoscere le idee perché condivide la loro stessa natura e le ha contemplate in una fase precedente all'incarnazione.  Quindi, ciò che comunemente chiamiamo "conoscenza" è in realtà un "ricordo" o "anamnesi" delle idee con cui l'anima era già in contatto. L'esperienza se

PLATONE

  Nato da una delle famiglie più influenti di Atene, il giovane Platone era destinato a una carriera politica e amministrativa, ma la sua ambizione fu soppressa dalla profonda delusione causata dall'ingiustizia e dalla corruzione presenti nei vari regimi che si succedettero al potere della città: - il governo brutale dei Trenta tiranni, dopo la sconfitta di Atene nella Guerra del Peloponneso; - la democrazia restaurata, macchiata a sua volta da azioni ingiuste. La condanna a morte di Socrate non solo segnò la fine di ogni speranza di giustizia, ma anche alimentò in Platone la volontà di promuovere una rinascita spirituale attraverso la riflessione filosofica per guidare la società verso il bene. Per Platone, l'ingiustizia rappresenta la separazione tra politica e saggezza. Nella società, le tendenze relativistiche e scettiche diffuse dai sofisti si diffondono sempre di più, sostenendo che non esista una verità o una morale assoluta e che la forza delle argomentazioni risieda ne

SOCRATE

LA CULTURA DEL DIALOGO Socrate e la cultura del dialogo In un periodo di incertezza, la sofistica (con il suo relativismo) erose definitivamente le antiche certezze. Ciò portò a un diffuso malcontento tra le classi conservatrici, che iniziarono a guardare con ostilità non solo ai sofisti, ma anche ai filosofi in generale. In questo clima complicato vive e lavora Socrate, il quale da un lato si propone di contrastare le posizioni relativiste della sofistica, dall'altro deve sopportare l'ostilità delle classi conservatrici.  Socrate nacque ad Atene nel 469 a.C. e nella commedia Le nuvole di Aristofane è rappresentato come un personaggio strano, dedito a inutili ricerche di carattere naturalistico, che filosofeggia similmente ai sofisti e crea concetti astratti nella sua scuola, "il pensatoio". Alla fine della commedia, un cliente deluso, poiché non ha appreso da Socrate né nuove conoscenze né una nuova arte, incendia il pensatoio (metafora del fatto che si libera dei fi

GORGIA

  L'evoluzione della sofistica  La prospettiva nichilistica di Gorgia e l'arte persuasiva del linguaggio Gorgia, in una visione nichilistica, rifiutò la possibilità di conoscere una realtà oggettiva e universale. Egli negò la validità di discorsi condivisi dalla comunità, preferendo affidarsi all'arte persuasiva del linguaggio per conquistare il consenso.  Prodico di Ceo, noto oratore politico ed educatore, si dedicò all'etimologia delle parole e alla ricerca dell'accordo tra i popoli sulle denominazioni delle cose. Questa attenzione lo condusse a elaborare una sottile "arte dei sinonimi", manifestando così la sua concezione del mondo umano come prodotto della cultura e del processo simbolico attribuito al significato delle cose.. Ippia, Antifonte e Trasimaco:  l a questione delle norme A differenza di Protagora, che collocava il valore delle leggi nell'origine umana, Ippia e Antifonte sostenevano la superiorità della legge naturale. Quest'ultima,

DEMOCRITO

  Democrito e la Teoria Atomica   La Conciliazione tra Mutamento e Permanenza  Democrito, il filosofo di Abdera, abbracciò una prospettiva materialistica per risolvere il conflitto tra mutamento e permanenza nell'universo, rifiutando l'uso di miti e cercando una visione razionale. Fondamentale per la sua filosofia era la nozione degli atomi, particelle minime e indivisibili di materia, qualitative uguali ma quantitative diverse, le quali, aggregandosi e disgregandosi, generavano tutte le cose. L'atomo di Democrito, simile all'essere di Parmenide, possedeva caratteristiche di semplicità, indivisibilità, ingenerabilità, eternità, uniformità e immutabilità, coniugando così l'elemento immutabile di Parmenide e il molteplice e il divenire di Eraclito.   Il Vuoto e il Movimento   Democrito sostenne la coesistenza del non essere, rappresentato dal vuoto, e dell'essere, incarnato dagli atomi, impenetrabili, nel vuoto assoluto. La sua visione meccanicistica del mondo si

SOCRATE E LA CULTURA DEL DIALOGO

 S ocrate, considerato un sofista, dimostra interesse per l'umanità e nella comunicazione si focalizza sui valori interni degli individui e sulla ricerca della verità. Si trova in una posizione intermedia tra il relativismo sofista e l'ostilità aristocratica verso di loro, che erode le antiche certezze.  Nelle Nuvole di Aristofane, Socrate è ritratto come il filosofo per eccellenza, collegando il pensiero alla vita e viceversa. Viene definito strano e incline a ricerche apparentemente inutili, anticipando in qualche modo la sua liberazione con il processo del 399 a.C., dove il suo pensatoio viene bruciato.  Nonostante il filosofo ateniese non abbia mai scritto, poiché credeva nel contatto diretto con i suoi discepoli, tra cui Platone, il suo interprete più affidabile, nei dialoghi socratici è raffigurato come una figura straordinaria. In Metafisica di Aristotele, è definito il "scopritore del concetto" e teorico della "virtù come scienza". Pur avendo un aspe