Il dilemma dell'essenza della vita viene discusso inizialmente nel Gorgia, dove il filosofo, mettendo in discussione il sofista Callicle che promuove una morale basata sul piacere materiale e sulla forza del più forte, afferma che la sola esistenza degna di essere vissuta è quella basata sul bene e sulla virtù. Come già affermato da Socrate, l'obiettivo autentico dell'essere umano è la cura dell'anima; un'esistenza incentrata sul corpo e sui beni materiali è priva di valore. Qual è la natura dell'anima? Per Socrate, l'anima era la vita interiore, e il "trattamento" dell'anima consisteva nella ricerca filosofica. Per Platone, che fonde le dottrine orfiche e pitagoriche con il razionalismo socratico, l'anima è un principio spirituale, una sostanza semplice e non fisica, simile alle idee e quindi immortale, intrappolata in un corpo da cui deve purificarsi gradualmente attraverso la conoscenza. L'immortalità dell'anima è per Platone u
LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA La conoscenza come ricordo Platone nel Menone utilizza una storia mitologica per illustrare la sua idea che l'anima umana possieda conoscenze innate che vengono ricordate attraverso la riflessione e la dialettica. Secondo il mito, prima della nascita, l'anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto. Tuttavia, al momento dell'incarnazione nel corpo, l'anima dimentica quanto aveva appreso e cade nell'oblio. Attraverso la guida appropriata, l'anima può ricordare e ritornare gradualmente alla sapienza che possedeva prima dell'incarnazione. Platone sostiene che l'anima può conoscere le idee perché condivide la loro stessa natura e le ha contemplate in una fase precedente all'incarnazione. Quindi, ciò che comunemente chiamiamo "conoscenza" è in realtà un "ricordo" o "anamnesi" delle idee con cui l'anima era già in contatto. L'esperienza se